NATURA PROTETTA

La costa rocciosa da Otranto a Leuca è stato, da sempre, un percorso molto battuto dagli studiosi naturalisti del passato e anche da quelli contemporanei; ciò ha permesso di svelare un patrimonio biologico ricco di elementi identitari. La peculiarità di questo territorio trova una spiegazione nella sua posizione geografica e nella sua storia geologica.

Si tratta infatti di un’area rocciosa, ecologicamente isolata rispetto alla restante parte del Salento e distante dai Balcani appena 80 chilometri; uno scenario geografico dalle caratteristiche conservative, in cui numerose specie hanno trovato rifugio nelle loro migrazioni storiche e diverse altre il luogo ideale dove evolversi.

Per queste ragioni, il Parco rappresenta oggi un luogo di concentrazione di rarità botaniche e faunistiche, in alcuni casi endemiche (il cui areale di distribuzione è limitato a una ristretta area geografica), in altri casi anfiadriatiche (distribuite esclusivamente sulle due sponde dell’Adriatico). La ricchezza dei fenomeni carsici ed erosivi trova la sua massima espressione in una miriade di grotte costiere, più o meno sommerse, che rappresentano veri e propri santuari di valenze geomorfologiche e rarità animali.

Ricordiamo come in queste grotte vi sia stata l’ultima presenza regionale di uno dei mammiferi tra i più minacciati del Mediterraneo: la Foca monaca (Monachus monachus).

La fauna di questi ambienti ipogei annovera, inoltre, numerose specie rare, in diversi casi endemiche; sono esempi i crostacei Salentinella gracillima e Typhlocaris salentina, e la spugna Higginsia ciccaresei, quest’ultima nota esclusivamente per le acque sotterranee di Grotta Zinzulusa. Altra espressione della straordinaria biodiversità di questo territorio è la flora spontanea.

Sulle spettacolari pareti rocciose, assieme a specie anfiadriatiche come l’Alisso di Leuca (Aurinia leucadea), la Campanula pugliese (Campanula versicolor) e l’Efedra femminea (Ephedra foeminea), trova rifugio la maggior parte delle piante endemiche del Salento (Medagli et al., 2007); tra queste, il Garofanino salentino (Dianthus japigicus), il Fiordaliso di Leuca (Centaurea leucadea) e il Fiordaliso nobile (Centaurea nobilis).

Nelle praterie steppiche, si riscontra la presenza di numerose altre specie vegetali di notevole interesse, tra cui orchidee, come la Serapide pugliese (Serapias orientalis subsp. apulica) e il Satirione aguzzo (Neotinea lactea), e la Veccia di Giacomini (Vicia giacominiana), entità esclusiva di Porto Badisco. Le praterie steppiche sono il tipo di habitat che hanno sostenuto per secoli l’allevamento tradizionale. Esse occupano circa 3/4 dell’estensione dell’intero Parco e sono importanti sia sul piano economico e culturale, sia sul piano naturalistico, ragion per cui sono riconosciute dalla normativa europea (Direttiva 92/43/CEE) come un tipo di habitat prioritario, per cui cioè sono necessari interventi urgenti di tutela.